Domaine Bonnardot Santenay 1er Cru Clos Rousseau

Produrre vino non è più solo una questione maschile. La presenza femminile è in aumento e alcuni dei vini più interessanti del momento sono firmati da donne. Tuttavia, se oggi è ancora difficile trovare una maggioranza, vent'anni fa l'enologa donna era vista ancora come una specie in via di estinzione. Proprietaria ed enologa principale del Domaine Bonnardot, una cantina familiare situata nella Côte de Beaune in Borgogna, Elisabet è stata uno di questi rari casi. Talentuosa e rispettata, dopo aver studiato enologia all'Università di Borgogna e lavorato in cantine in Francia e all'estero, torna in Borgogna per unirsi all'azienda di famiglia e diventare l'enologa principale. Influenzata dalle idee di vinificazione naturale di Jules Chauvet, fin dall'inizio adotta la sua filosofia di lavoro e produce vini naturali che sono un puro riflesso del terroir.

Oggi i suoi figli Ludovic e Emilien Bonnardot proseguono l'eredità, mantenendo un'agricoltura organica e una vinificazione naturale, dimostrando in ognuno dei loro vini l'influenza di ciascun terroir. Nel caso del Domaine Bonnardot Santenay 1er Cru Clos Rousseau si tratta di un vino rosso proveniente da vigne di pinot noir situate a Santenay. Viti con un'età media di 45 anni piantate su terreni argilloso-calcarei pietrosi. Si pratica un'agricoltura biologica con trattamenti biodinamici e la vendemmia è manuale al momento ottimale di maturazione. In cantina, le uve sono selezionate e pressate lentamente a grappolo intero con una lunga macerazione. La fermentazione avviene con lieviti indigeni in foudres di rovere, senza alcun tipo di additivo e, successivamente, il vino affina per 14 mesi in botti di rovere. Infine, viene imbottigliato senza chiarifica, senza filtrazione e senza aggiunta di solfiti.

Se è vero che, essendo una delle poche enologhe in Borgogna, Elisabeth è diventata un modello da seguire per altre donne nell'industria del vino, la sua talentuosa scommessa sulla vinificazione naturale ha aperto porte alle nuove generazioni in generale. E infatti, la qualità del vino non conosce genere.