Ceretto Barolo Bricco Rocche

Benché il termine “Cru” in ogni regione vinicola francese abbia un significato diverso, in ogni caso, si riferisce sempre a una zona particolare dove l'uva cresce con una qualità eccelsa, all'interno di un'area più ampia. In particolare, in Borgogna un “cru” definisce una parcella registrata con il suo nome, legata all'attività vitivinicola che dura da decenni o addirittura secoli. È sotto questo concetto di qualità che i fratelli Bruno e Marcello Ceretto, quando hanno assunto la direzione dell'azienda di famiglia nel 1960, hanno avuto l'idea di integrare il concetto di “cru” in Piemonte (Italia). Un'idea estremamente rivoluzionaria, mai vista prima in Italia, che ha trasformato la cantina in una vera e propria ambasciatrice del Piemonte. Attualmente, i loro figli continuano l'eredità con più di 160 ettari di vigneto distribuiti in 4 cantine che ospitano oltre 10 denominazioni della zona delle Langhe come Barbaresco, Barolo, Nebbiolo d'Alba e Moscato d'Asti. Una vera e propria evoluzione del concetto borgognone di “cru”.

Come rappresentazione di questo lavoro, ci presentano Ceretto Barolo Bricco Rocche. Un vino rosso integrato nella DOCG Barolo le cui uve di nebbiolo provengono da una piccola e prestigiosa parcella di poco più di un ettaro, situata a 370 metri sul livello del mare nel comune di Castiglione Falletto, nella provincia di Cuneo. Viti vecchie piantate su un terreno di sabbia, limo e argilla coltivate in modo tradizionale e vendemmiate a mano. In cantina, le uve precedentemente selezionate e diraspate fermentano con lieviti autoctoni in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata e, dopo la fermentazione malolattica, il vino affina prima in barrique per 12 mesi e, successivamente, viene trasferito in grandi botti prima di essere imbottigliato.

Essendo il concetto di “cru” una nozione che supera i confini e diventa un sigillo di qualità, attraverso vini emblematici come Ceretto Barolo Bricco Rocche i fratelli Ceretto dimostrano la dedizione all'eccellenza. Uve da parcelle specifiche coltivate con metodi tradizionali e lavorate con cura artigianale che ci conducono all'aristocrazia del vino italiano.